domenica 18 agosto 2013

Sabato 17 agosto 2013

Sono ormai in rifugio da ieri immerso nello splendore delle tofane, al Pomedes. La sveglia questa mattina è quasi una liberazione. In camerata ieri c'erano degli stupidi che hanno fatto casino fino a tardi e poi un concerto di russate da fare spavento. Morale: non ho chiuso occhio, complice anche una certa agitazione per il pensiero di affrontare una ferrata seria, qui in Dolomiti, dopo tanto tempo, e poi dalla sensazione di dolore ad una caviglia che ho provato a metà notte. Alle 6.30 mi alzo, prendo il mio zaino dove infilo il sacco letto e vado a prepararmi nel locale antistante dove ci sono lavandini e bagni. La caviglia duole ma è solo affaticamento poiché non ho preso nessuna storta: spero che con lo scarpone si faccia sentire meno. Alle 7.00 colazione dopo essere stato sul davanzale del rifugio ad ammirare un cielo completamente blu e privo di ogni nuvola, contrariamente ad ogni previsione. Pago e saluto i miei compagni di cena del giorno prima. Stretching, riscaldamento, zaino in spalla e via verso l'attacco della ferrata. Ieri ero stato in avanscoperta e ci metto ancora 15 minuti. Mi metto l'imbrago e l'attrezzatura per la ferrata, saluto una coppia che nel frattempo mi ha raggiunto ed attacco. La sensazione è bellissima: si arrampica! La montagna sembra riconoscermi. Il passo è regolato ma costante, non voglio stancarmi eccessivamente: ho tutto lo zaino sulle spalle e si fa sentire. Ho stupidamente omesso di portare uno zainetto più snello per affrontare le ferrate lasciando quello grande in rifugio. La ferrata è tosta, non la ricordavo in questo modo. Ci sono molti passaggi verticali e alcuni sono esposti. In alcuni ci vuole forza e tecnica e ogni mossa è rivolta alla percezione del mio corpo. So di essere più allenato di anni fa, di essere dimagrito, di aver praticato arrampicata indoor tutto l'inverno, di aver fatto fiato con vasche e vasche di piscina ma... basterà? La caviglia non dà problemi ma sono in ascolto del mio braccio sinistro che ho sollecitato con i lavori in giardino nella casa in montagna. Procedo, ce la faccio e salgo. In un'oretta e mezza raggiungo Punta Anna (2720) e il cielo si è caricato di qualche nube che in cresta alla cima appare come una strana nebbia. Si sente il vento e la stanchezza inizia a bussare. Bevo un po' e procedo oltre, cercando lo sbocco più avanti verso il sentiero attrezzato Olivieri. Mi faccio una foto e non trovando indicazioni seguo un sentiero che scende e che sembra giusto guardandomi intorno. Scendo 200 m e incrocio dei cartelli: la strada è giusta, ecco il sentiero attrezzato. In un altro paio d'orette rientro quindi al rifugio Pomedes. Sono stanco e un po' dolorante ma la sensazione interiore è di gran armonia. Sono solo qui, per scelta, ma ora vorrei tanto essere in compagnia. Mi riposo sul prato con il sole che scalda pelle e ossa. Ho prenotato la notte al rifugio Dibona, 300 m più in basso. Le previsioni per domani sono però migliorate. Mi chiedo allora se non sia possibile puntare alla cima della tofana di Rozes. La ferrata Lipella è però improponibile: dal Dibona si deve salire per 400 m di dislivello fino alla base della tofana. Poi si deve aggirare la tofana fino al castelletto e in uscita da li iniziare la ferrata fino alle tre dita. Arrivati li si sale ancora per la cima per la vera e propria ferrata e poi in discesa per il Giussani e ancora giù per il Dibona. Per dove sono stato costretto a pernottare si tratta di un giro lunghissimo e stancante (avrò ancora il mio zaino sulle spalle), troppo condizionato dal tempo! Decido allora di cambiare programma e di rimanere a pernottare al Pomedes, dove nel frattempo mi riposerò, recuperando forze e ore di sonno perso. Se il tempo tiene mi sveglierò presto e andrò, rimanendo in quota, a fare il sentiero attrezzato Astaldi, sbucando per il sentiero verso il Giussani. Dovrei arrivarci per le 9.30 e, lasciando lo zaino e valutando il tempo, potrei puntare la cima della tofana direttamente da li. Purtroppo non c'è posto per dormire al Giussani, quindi dovrò tornare al Pomedes ripercorrendo la strada fatta al mattino. Mi riposo, mangio della pasta, leggo, dormo un'oretta e mi lavo. Si sono fatte le 19.00, ora si cena e via incontro alla notte.


Punta Anna (tofana di mezzo) - Ferrata Olivieri

Insolita conformazione rocciosa - Ferrata Olivieri

Tofana di Rozes - da Ferrata Olivieri




All'uscita della Ferrata Olivieri

Gruppo Sorapìs all'ora di cena dal Rif. Pomedes





























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