domenica 18 agosto 2013

Domenica 18 Agosto 2013

Suona la sveglia alle 6:20 e questa notte è trascorsa decisamente meglio della precedente. In camerata eravamo solo in 5 e tutti disciplinati. Peccato un signore, giusto di fronte a me, che alle 3:00 di notte ho scoperto parlare nel sonno! Continuava a bisbigliare... ti svegliavi come nei film dell'orrore prima di capire che era lui. Anche oggi la giornata è meravigliosa. Sulla pista da sci, subito sotto il davanzale del rifugio dove facciamo colazione, scorgo una trentina di camosci che pascolano! Mangiato un po' si mette lo zaino in spalla e alle 7:30 esatte si parte. Affronto un breve sentiero attrezzato (sentiero Astaldi) che non mi fa perdere quota e mi fa attraversare il fronte della punta Anna. C'è un cavo che funge più da corrimano e, nei pezzi in cui non c'è, la parete è molto scoscesa e il sentiero stretto. Tecnicamente facile ma richiede di attenzione. Girato uno degli ultimi angoli di montagna mi compaiono davanti altri 4 camosci a non più di 20 m da me. Che buffo, non ne avevo mai visti in montagna e oggi se ne sono presentati così tanti: sembra quasi la giornata del camoscio! Ora sono nella valle tra le tofane e vedo la forcella che introduce al rifugio Giussani (2600 m). Mi raccolgo in me stesso e inizio un'altra ora di salita contando i passi. Arrivo al Giussani che sono le 9:00 esatte. Sopra di me la tofana di Rozes che si staglia nell'azzurro del cielo. Mangio qualcosa, lascio lo zaino al rifugio e con la borraccia a tracolla e il pile a giro vita iniziò a salire. In ascesa incontro un bel po' di persone. La salita è poco comoda e scarsamente segnalata. Fortuna che si deve solo salire in direzione di un promontorio a circa 2900 m. Così ci si inerpica. Il mio passo è costante e mi meraviglia di riuscire a tenerlo, merito anche non avere peso sulle spalle. L'altimetro incrementa le letture e, superando delle brevi lingue di neve, si arriva esattamente in direzione della croce in vetta. La sua vista mi rinvigorisce e i passi si fanno incalzanti. Sbuco al fine in cima, a 3240 m. Mi metto il pile per proteggermi dal vento, che innalza delle nubi leggere e mi arrampico sulla base della croce. La abbraccio e ci sto per un paio di minuti. Era da tanto che volevo arrivare lassù e averlo fatto da solo mi trasmette molta fiducia nelle mie possibilità. Mi viene da piangere e faccio uscire le lacrime. Non è una semplice conquista di una vetta per me oggi, è la riconquista della mia fiducia, della mia energia, della mia serenità, della mia voglia di vivere. Queste erano le motivazioni di questo viaggio in solitaria e, fino a che non le ho provate dentro di me oggi, nemmeno io ero riuscito a coglierne l'essenza fino in fondo. Sono immerso in un paradiso di natura e domani mi trasferirò ad ammirare le tre cime di Lavaredo che non ho mai avuto il piacere di vedere da vicino, ma per la pace raggiunta oggi il mio viaggio potrebbe anche finire qui. Torno al Giussani affrontando la discesa non meno impegnativa. Mangio qualcosa e torno indietro al Pomedes. Arrivo abbastanza distrutto, anche se appagato. Mi rilasso i muscoli, doccia semifredda, lettura di un libro che trovo interessantissimo (OPEN - Andre Agassi) e cena nella stanza dove, questa sera, sono l'unico ospite italiano. Sono anche da solo in camerata e riprendo il letto di ieri sera. Domani sveglia un po' più con calma nell'attesa che riapra la seggiovia e mi riporti in valle dove, con la macchina si andrà verso le tre cime.


Camosci sulla pista da sci - Da Rif. Pomedes

Camosci sul Sentiero attrezzato Astaldi

Tofana di Rozes - Da Rif. Giussani

La Marmolada - in ascesa alla tofana di Rozes

Il Rif. Giussani dalla cima della tofana di Rozes

Tofana di Mezzo e Tofana di Dentro

Croce in vetta alla Tofana di Rozes

Finalmente in vetta!

Magici colori - Sentiero attrezzato Astaldi





2 commenti:

Anonimo ha detto...

Era da un po' che non passavo di qui. Complimenti Ciccio, ammiro la tua determinazione, i tuoi traguardi e il significato dietro a tutto ciò.
Buon cammino ora e in futuro.
Ti auguro ogni bene.
Ti abbraccio forte,
Fabrizio

persemprechiara ha detto...

Molto fiera di te Vittorio. Mi hai spesso parlato anni e anni fa di questi luoghi. Sono felice ora di sapere che ci sei stato. Riconquista la forza e l'alta considerazione di te che hai perso anche a causa mia. Bravissimo.
C.