domenica 9 settembre 2012

9 mesi

Nove mesi fa, a quest'ora, ci portavano via la casa. Grida, timore, crepitii e fumo. Esco e vedo le fiamme a bordo del nostro studio e capisco che c'è ben poco tempo per mettere al sicuro quanto di più prezioso abbiamo in quella stanza. Spengo i pc e li stacco per portarli al piano di sotto. Poi guardo la libreria e decido di iniziare dai documenti di casa e lavoro. Ma ci sono anche i libri d'arte di Chiara e non so da dove iniziare. C'è più tempo di quanto pensassi e allora sposto anche i monitor e gli altri accessori. Le gambe e le braccia sono stanche per il peso spostato in velocità. Anche il bagno andrà a fuoco in fretta e mettiamo in una valigia quanto riusciamo. Qualcosa cola liquido dal tetto, è caldo e fuma. Dobbiamo scendere e sperare che i vigili del fuoco riescano ad arginare in fretta l'avanzare delle fiamme. In cucina abbiamo ancora la tavola apparecchiata e sotto le scale abbiamo già fatto il presepe. A fianco del divano guardo la custodia della Gibson che papà ha voluto regalarmi il giorno prima. Usciamo con la valigia riempita in bagno e la chitarra e incrociamo lo sguardo di un pompiere che sale le scale trafilato. Fuori è molto peggio che dentro. C'è un sacco di gente e confusione e l'acqua sembra che non basti mai. Passa il tempo, troppo e il fuoco brilla ancora nel buio della notte. Una signora mai vista, nostra concittadina, ci chiede di andare a casa con lei per tranquillizzarci. Ci andiamo ma io non riesco a rimanere li e lascio Chiara a bere una tisana. Quando finalmente l'incendio si smorza c'era ancora da svelare la sorpresa dell'acqua. Tutta la casa ne è piena: una cascata dalle scale, per terra un lago. Non ci fanno entrare ma sappiamo d'aver appoggiato per terra un sacco di cose e che ora si stanno allagando. Chiediamo ad un vigile di fare qualcosa e lui ci fa la cortesia di spostare le stoviglie dal tavolo appoggiandoci quanto era per terra (libri, pc). Si alza uno strano silenzio, nessuno ha più parole e voglia di dire nulla. Piangendo prendiamo la scopa e iniziamo a spazzare l'acqua da casa. Ci mettiamo quasi un'ora e non finisce mai. È tardi ed è ora di andare a dormire da un'altra parte anche se so che sarà difficile riuscire a farlo. Dopo quella sera sarebbe arrivato un secondo assurdo incendio, il sequestro degli appartamenti, l'inverno super rigido, l'assoluta mancanza di buon senso e di giustizia. Dopo nove mesi non sono ancora iniziati i lavori di ricostruzione e il futuro è ancora a tratti incerto. Pensavo che il 2011 fosse stato già sufficientemente doloroso ma mi sbagliavo.

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